Venerdì mattina, mi sono accorto che mio padre era uscito di
casa prima dell’alba, quasi segretamente, con mia madre che lo salutava
singhiozzando. Quando le chiesi dove stava andando suo marito, mi guardò con
tristezza indescrivibile e non disse una parola, lasciandomi morire di
dispiacere e sensi di colpa. Tutto questo perché desideravo migliorare la nostra vita, vivere
bene e perché no, mangiare carne tutti i giorni, e comprare dei bei vestiti e
dei giocattoli per i piccoli, tanti giocattoli, anche quelli che non ho avuto
mai! Una vita di benessere, senza preoccupazioni.
Trascorsi la mattinata cercando di capire dove fosse andato mio
padre, ma nessuno sapeva niente, ed io avrei dovuto seguirlo per dirgli che
avevo rinunciato al mio progetto. Se loro desideravano continuare a vivere nella
miseria, senza prospettive e senza provare a migliorar le nostre vite, avrei
accettato a malincuore il mio destino, l’avrei fatto per loro e per avere la
loro benedizione.
Aspettai con ansia il rientro di mio padre, per annunciargli la
mia sofferta decisione. Pensai: chissà, magari più avanti... adesso mi troverò
un lavoro, un qualsiasi lavoro, metterò da parte un po’ di soldi ed attenderò
la prossima occasione.
‘Quando ritornerà mio padre,’ pensai, ‘annuncerò a tutti la mia decisione,
così saranno contenti e felici, forse i miei fratelli saranno meno felici, loro
che m’immaginavano già in Italia e vedevano piovere i regali... pazienza, che conservino
questo sogno per dopo, prima o poi lo realizzerò.
Mio padre rientò a casa dopo aver terminato la sua preghiera del
venerdì, con in mano un pacchetto di Baclawa (dolce arabo fatto con pasta sfoglia e pistacchio), era stanco ma
sorridente, come se avesse avuto un peso, una montagna sulle spalle e se ne fosse
liberato. Avrà forse saputo della mia rinuncia, ma io non avevo parlato con
nessuno, ed attendevo il suo rientro! Da quando gli avevo parlato della mia intenzione
di emigrare, erano dimagriti ed invecchiati di almeno dieci anni.
Quel giorno mio padre sembrava aver trovato la pace, sarà stata
la preghiera o sarà stato Dio che ha fatto la spia e gli ha rivelato il mio
segreto, la mia rinuncia? Per la verità mia madre era ancora tesa e
preoccupata, mi sembrava addirittura terrorizzata e nervosa, non riusciva a
stare ferma, somigliava ad un uccello in gabbia che cercava di scappare da un
gatto, che purtroppo si trovava in gabbia insieme a lei.
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